mercoledì 21 aprile 2021

La mia storia dolce-amara

Quanto tempo, quanto, quante cose sono accadute in questi anni. E oggi ho sentito il bisogno di riaprire queste pagine, rileggere la mia storia, con un groppo alla gola riaprire quel vaso di pandora che avevo richiuso senza però riuscire a dimenticare e a scrollarmi di dosso tutto il dolore che abbiamo affrontato.

Da dove partire... bè senza dubbio dalla mia piccola secondogenita, che ieri ha compiuto tre anni. Giada... un arcobaleno di solarità, chiacchierona come la sorella, generosa, sveglia, intelligentissima. Solo a parlarne gli occhi mi si riempiono di lacrime per quanto il mio cuore sia colmo delle mie bambine, la gioia della mia vita, la forza motrice che mi permette di andare avanti, sempre e comunque, nonostante tutto... nonostante tutto

Anche quando delle ombre scure hanno oscurato la mia vita, a novembre scorso. Delle ombre orrende, terribili, che al solo nominarle tremano le ginocchia, la gola si chiude, e la terra sotto i piedi inizia a tremare. Una sola parola che mai avrei immaginato di dover imparare a conoscere così bene, alla mia giovane età. 

CANCRO

Sì, proprio lui, mi ha chiusa in una morsa e si appropriato del mio futuro. Lo tiene in ostaggio tra le sue mani affilate, non lasciandomelo più vedere. Vivere giorno per giorno, una punizione, un dono.

Da dove iniziare... nemmeno lo so. Forse dal principio andrà bene.

A giugno scorso in pieno COVID, quando le nostre menti erano occupate e spaventate da questa pandemia e iniziavamo ad intravvedere la fine di un lungo lockdown che ha messo tutti a dura prova, 2 mesi dopo la fine dell'allattamento di Giada, ho trovato al seno sinistro dei piccoli noduli. Ho subito pensato ingenuamente a dei rimasugli di latte ma senza aspettare un secondo ho prenotato una visita senologica urgente, privata perchè con la pandemia i tempi del ssn erano molto lunghi. Meglio essere tranquilli. La dottoressa mi ha subito rassicurata, semplici cisti, niente di sospetto, controllo tra 6 mesi. E leggera come una piuma sono uscita dallo studio e non ci ho pensato più.

Finalmente assaporavamo la libertà, abbiamo portato le bimbe al mare, qualche gita, tanto giardino, poi l'inizio della scuola e del nido e qualche problema di salute della mia primogenita mi hanno assorbito completamente e non ho più pensato a quelle "cisti" che non mi hanno abbandonata mese dopo mese. D'altronde la dottoressa aveva escluso altro. Mi aveva anche detto che potevano aumentare di dimensione, per me era una parentesi chiusa.

A novembre però ho iniziato ad avere dei dubbi, quelle cisti parevano essere aumentate molto di dimensione e ne era comparsa una anche sotto l'ascella. Ho deciso di anticipare il controllo dei sei mesi, mio marito ha insistito perchè cambiassi medico. Quella dottoressa non lo convinceva, non gli piaceva che non mi avesse fatto due controlli in più.

Dopo una settimana, un mercoledì sera, mi reco in un nuovo centro privato da un altro senologo. Mi accoglie col sorriso e due battute, mentre io rigida e tremante sentivo che quella sera qualcosa sarebbe andata storta. Il mio sesto senso non sbaglia mai. Gli racconto dei noduli e della precedente visita, guarda il referto precedente, alza un sopracciglio e mi chiede perchè sono tornata a farmi visitare. Mi spoglio e appena inizia il controllo vedo che la sua espressione cambia: "questo non è un nodulo, è un linfonodo, rivestiti". Come, già fatto, tutto così semplice? 

"Ora ti spiego cosa faremo... voglio fare un ago aspirato per capire"

"Ah ok, i tempi di attesa sono lunghi? Per via del covid sa..."

"No non hai capito, tu domani mattina vieni nel mio ospedale, rintraccia il tuo medico e fatti fare un'impegnativa, io ti aspetto là"

"Ma... quindi non sono cisti"

"No, non sono cisti, la forma è a grappolo, dubito si tratti di cisti, ci vediamo domani"

Non c'è bisogno di dire in che stato sono tornata a casa quella sera. Non so come io abbia fatto a guidare. Seppure non mi avesse detto nulla di irreparabile il suo tono, il suo sguardo, la sua fretta, sono stati più che sufficienti a terrorizzarmi. Ho iniziato a pensare alla polizza sulla vita che dicevo sempre di voler fare e non ho mai fatto, che stupida sono stata, e ora potrò farla ancora se mi muovo sta sera stessa? No, non si può più, perchè se dovesse uscire qualcosa comunque non mi coprirebbe... ma non uscirà nulla vero? Sarà solo un brutto spavento. Figuriamoci se l'altra dottoressa può aver sbagliato così, lei mi ha fatto pure un eco, lui mi ha tastata 5 secondi. Mille pensieri vorticavano per la mente e non mi davo pace.

Mia mamma sentendomi così parte e decide di accompagnarmi: "fanculo il lockdown e le regioni chiuse, da sola non ci vai". Entro in sala d'aspetto, chissà se il dottore si ricorderà, non ho nemmeno l'appuntamento, mi dico, magari si è già dimenticato. Passa, mi guarda: lei... si si tra poco la chiamo e la buchiamo. Passa un'ora, un'ora e mezza, parlo con le altre pazienti, chiedo se loro hanno già fatto ago aspirato, se è doloroso. Mi tranquillizzano, "stai tranquilla, ci sono passata anche io, non sarà nulla", mi faccio forza. Resto per ultima, alla fine mi chiama. Il dottore ed un'altra dottoressa mi aspettano "lei è la paziente di cui ti ho parlato". La dottoressa mi richiede di nuovo tutto, mi chiede perchè sono tornata se si tratta di cisti, poi posiziona l'ecografo "e le ha detto che queste sono cisti" - silenzio. Lei e il medico iniziano a parlare tra loro, due noduli, qui ce n'è un altro nascosto, un linfonodo ascellare, anzi due, dovrà fare risonanza, prima mammografia... Io non capisco nulla, chiedo spiegazioni, è grave? "Stia tranquilla, dopo viene di là e le spiego tutto, ora faremo due buchi, uno qui e uno qua, questo che è più grosso". Si consultano ancora, le orecchie mi fischiano, non capisco più nulla.

"Ora si può rivestire, tra due settimane la richiamo con l'esito e le dirò il da farsi"

"Ma dottore..." E' già corso via

Mi vesto di fretta, lo inseguo in corridoio

"Dottore ha detto che mi avrebbe spiegato, devo fare qualcosa, devo essere operata?"

"Signora sicuramente qualcosa andrà fatto"

"Ma è grave?"

"E' sicuramente un tumore alla mammella, ma prima dell'intervento probabilmente dovremo fare delle cure. Ora non ci pensi, ci risentiamo tra due settimane, arrivederci"

"Non ci pensi, grazie al cazzo, non ci penso, arrivederci"



3 commenti:

  1. Oh mio Dio...cara...ti leggo da anni,da prima che tu rimanessi incinta di Aurora...e ora leggo tutto questo...
    Sono felicissima per l'arrivo della tua seconda meraviglia ma leggendo mi si è raggirato il sangue...
    E adesso come stai? Come vanno le cose?
    Ho una mia amica che sta passando lo stesso brutto momento, ha appena avuto il suo primo intervento ma purtroppo dopo istologico deve fare un altro...
    Ti abbraccio tanto tanto

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    1. Non credevo ci fosse più qualcuno che mi leggeva e che si ricordava di me <3 Grazie di cuore
      Ora come ora sto combattendo con le unghie e con i denti la mia battaglia. Un abbraccio forte forte

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  2. Ti penso e ti immagino felice a crescere le tue bimbe❤️

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