mercoledì 9 luglio 2014

Momenti si e momenti no

Ecco domenica ho avuto un momento no. Non si può essere sempre ottimisti giusto? Ogni tanto arriva lo sconforto. Ancora di più quando ti trovi in un centro commerciale e tutti intorno a te hanno figli, PIU' figli non uno solo. Bambini che corrono, che strillano, che fanno i capricci o ridono divertiti. Ti guardi intorno e ti rendi conto che tu e tuo marito siete l'unica coppia senza, manco fossimo alla festa campestre dedicata ai genitori. E inizia ad impossessarsi di te la voglia di scappare da quell'incubo, o da quel sogno di cui forse non farai mai parte. Senso di frustrazione, di ingiustizia, rabbia, nervoso, voglia immane di spaccare qualcosa, urlare, insofferenza. Ero talmente fuori di me che per un attimo ho immaginato nella mia mente di prendere il porta saponette da bagno a forma di paperetta ed infilarlo nella bocca larga di una bambina che non la smetteva più di fare versi che gli ultrasuoni le facevano un baffo. Esausta, persa, distrutta, amareggiata, mi sentivo in bianco e nero in mezzo ai colori, il brutto anatroccolo sfigato tra i cigni. Ad un certo punto un mio pensiero è scappato dalla bocca lieve ed è diventato reale "perchè hanno tutti figli tranne noi?". Marito mi ha guardato interdetto senza sapere cosa rispondere. Perchè ad un certo punto le parole non vogliono più uscire, gli incoraggiamenti, le frasi di rito, i "toccherà anche a noi" sembrano solo prese in giro e fanno solo più male. Quando siamo usciti da quel posto ho tirato un sospiro di sollievo. Poi la sera, da sola, a letto leggendo un libro mentre marito era in sala, tutta la tensione accumulata da mesi è uscita fuori. Prima piccole gocce di rugiada, lievi e leggere, poi una pioggia leggera, scrosciante, aumentava di volume finchè sono comparsi i primi tuoni che mi facevano tremare il petto, le labbra, i pensieri, il cuore. Una tempesta, un alluvione di dolore che non sapevo di avere dentro mi ha scossa ed è fuoriuscita dai miei occhi, dalla mia bocca... Svuotata, ecco come mi sono sentita dentro, come quando in una diga si forma una piccola fessura da cui fuoriesce un fiotto d'acqua, e poi dalla pressione la fessura si allarga, la diga si sbriciola e tutta l'acqua si riversa fuori finchè non resta solo un grande vuoto. Mi sono addormentata così, gli occhi rossi e umidi e appiccicosi, vuota. Le uniche parole di marito sono state "piangi per il solito motivo?". Che altro si potrebbe dire? Che senso ha dire altro? 3 anni e mezzo, un tempo che sembra infinito. Che senso ha dire altro? 3 anni e mezzo...

2 commenti:

  1. Bimba, è successo anche a me..era Natale di due anni fa, e le famigliole erano tutte in giro a fare gli ultimi acquisti..e io sono scoppiata a piangere in mezzo alla strada. Posso solo dirti che quetsi momenti passano. Dopo essersi sfogate, perchè anche quello ci vuole, ci riprendiamo e ricominciamo con la nostra vita, perchè quella è la cosa giusta da fare. Per i nostri mariti, che comunque valgono tanto e sono la cosa più importante che abbiamo. E poi...io evito i centri commerciali come la peste. Hanno al capacità di frami venire la depressione!!! Ti abbraccio forte, ce la farai, ce la faremo.

    RispondiElimina
  2. Tesoro bello... tutte abbiamo gli stessi tuoi identici pensieri, le stesse frustrazioni, la stessa disperazione, lo stesso dolore sordo. Ci sentiamo sole, diverse, incomprese e pure perculate dagli ottimisti buontemponi che non fanno altro che dire ovvietà. Ha ragione Ellie, i momenti passano, sono solo momenti. Durissimi ma passano. Io, per quel che posso, ti sono vicina. Perché nessuno più di me può capirti. E evita i centri commerciali! Sono ricettacoli di famiglie felici. Odio! :D

    RispondiElimina