giovedì 29 aprile 2021

Prima andava tutto così bene

 Le batoste della vita capitano sempre quando meno ce lo si aspetta. Mai come nel mio caso questa frase rispecchia la realtà.

Se ripenso a 13 mesi fa mi rendo conto la mia vita era perfetta. Non la perfezione da mulino bianco, quella irreale e irritante. La perfezione che ci può essere in una casa piena d'amore, con i normali problemi della vita, le normali preoccupazioni che a distanza di tempo, a volte, ci paiono pure un po' sciocche.

Ecco la mia vita era così. Ero serena, innamorata follemente della mia famiglia finalmente completa, progettavamo una crociera per i dieci anni di matrimonio, l'avevamo già prenotata e dovevamo partire esattamente un anno fa. Progettavamo vacanze per agosto... Finalmente avevo realizzato i miei sogni, mi sembrava quasi di non averne più.

Aurora è una bimba adorabile. Abbiamo passato il suo primo mese in simbiosi, io e lei. A pensarci mi si stringe il cuore in una morsa. Per lei esistivo solo io. Non potevo abbandonare la stanza in cui stava senza che se ne accorgesse e scoppiasse a piangere. Viveva perennemente attaccata a me, in fascia. La chiamano esogestazione, i 9 mesi fuori dal pancione.  Ammetto che in alcuni momenti mi sentivo quasi sopraffatta. Ma la gioia di poterla finalmente stringere, dopo 5 anni, non mi permetteva di vedere null'altro che lei. Finalmente potevo godere del suo odore, ammirare i suoi occhioni, accarezzare la sua pelle. Non c'era null'altro, null'altro aveva senso. Poi come un fiore si è aperta al mondo. E' diventata socievole ed estroversa, ha iniziato a parlare e non ha più smesso. Ha iniziato a muovere i suoi primi passi senza di me. Una bambina chiacchierona dagli occhi enormi e profondi, sveglia fin troppo, allegra, spensierata, vivace, così tanto simile a com'ero io alla sua età.

Quando credevo di avere avuto tanto, troppo dalla vita, e non pensavo di poter chiedere altro è arrivata Giada. La vita ci aveva stupito per la seconda volta, inaspettatamente. La mia piccola Giada con un carattere forte come una tigre. Fin da subito ci ha fatto capire di che pasta è fatta. Così diversa dalla sorella ma così simile. Anche con lei abbiamo passato mesi in fascia a coccolarci ma molto presto lei è partita a camminare come una saetta, voleva esplorare il mondo a modo suo. Curiosa, scrutatrice, lei sembra guardare nel profondo delle cose e delle persone. All'inizio quasi selvatica, stava lontano dalle persone, bastava che occhi sconosciuti la guardassero un po' di più perchè scoppiasse a piangere. Passa le ore a giocare da sola, indipendente e solitaria si inventa mondi sconosciuti e fantasiosi in cui si fionda a capofitto. Poi pian piano anche il mio secondo fiore si è aperto al mondo, ha preso fiducia in sè stessa e negli altri e ora attacca bottone con chiunque. Chiacchierona e pignola, seria e coccolona, se e con chi vuole.

La cosa più bella di tutto ciò è l'affiatamento che vedo tra le mie bimbe e che aumenta con la loro crescita. Le vedo ballare, cantare, ridere, giocare a mamma e figlia, disegnare, dormire sempre assieme, in simbiosi, e il mio cuore è colmo, colmo di loro.

Da quando sono arrivate loro nella nostra vita, è cambiato tutto. Dopo la nascita di Aurora ho lasciato il lavoro e sono diventata libera professionista. Non potevo sopportare di lasciarla al nido tante ore, dopo tutto ciò che avevamo passato volevo stare più tempo possibile accanto a lei. Ho provato senza troppe aspettative e invece il lavoro ha preso piede, i clienti sono aumentati, ed è andato tutto meglio di ogni previsione. Fare la mamma lavorando da casa non è tutto rose e fiori, non posso negarlo, e chi ha testato in questi mesi lo smart working penso possa darmi ragione. Io lo faccio da 5 anni. Non ho fatto quasi maternità dopo Giada, lavoravo con lei in fascia, non è stata una passeggiata. E anche questi mesi con il lockdown ho avuto serie difficoltà. Ma pian piano sono riuscita a far combaciare le cose.

E subito dopo aver saputo di aspettare Giada abbiamo cambiato casa. Avevamo messo in vendita da qualche mese il trilocale piccolino in cui vivevamo, con il desiderio di prendere una casa indipendente con tanto giardino. E assieme a Giada anche quel sogno si è esaudito. Abbiamo trovato la casa dei nostri sogni, enorme, da ristrutturare, con tantissimo spazio fuori per giardino e anche per un grande orto, tantissimo verde. Col pancione di 7 mesi abbiamo impacchettato tutte le nostre cose e abbiamo iniziato una nuova fase della nostra vita, sempre più grati alla vita.

Tutto andava bene, non potevo chiedere di più. Poi una terribile pandemia ci ha fatto visita, ha colto tutti inaspettatamente. Ma io continuavo a ripetermi: alla fine siamo fortunati, c'è chi sta peggio, siamo così fortunati. Con il nostro giardino le bambine non hanno patito eccessivamente il lockdown, pensavo con dolore a tutti i bimbi chiudi in appartamenti e palazzi senza aver possibilità di uscire. Io ho continuato a lavorare, mio marito ha fatto cassa integrazione, la crociera è saltata. Nonostante tutto però io mi continuavo a sentire fortunata. Non abbiamo perso nessuno dei nostri cari, siamo in salute. E forse la nostra fortuna in questi ultimi anni è stata troppo sfacciata e qualcuno ha deciso di pareggiare i conti. Forse la mia malattia è il mio prezzo da pagare. Un prezzo caro e salato...

venerdì 23 aprile 2021

Il giorno

Cosa passa nella testa di una persona a cui hanno appena diagnosticato il cancro? Domanda difficile. Ho ricordi molto nitidi di ogni cosa che ho detto e fatto in ogni istante di quel giorno, e credo che quel trauma me lo porterò per il resto della mia vita.

Ricordo il mio passo deciso nei corridoi dell'ospedale mentre mi avviavo all'uscita telefonando a mio marito, poche parole, non serviva altro tra noi:

- Mi ha già detto che è un tumore

- Claudia cerca di stare calma

- Ok

Ricordo lo sguardo smarrito di mia mamma mentre mi afflosciavo in macchina tra le sue braccia piangendo tutte le mie lacrime.

Ricordo la telefonata a mia sorella mentre lei cercava di fingere al telefono una voce calma e tranquilla

Ricordo il silenzio assordante di mio padre:

- Papa' mi ha già detto che è un tumore

- Ma vai a cagare

- Papa' non sto scherzando

SILENZIO

Ricordo le preghiere fatte a mia mamma nel tragitto a casa:

- Ti prego, se mi succede qualcosa, state vicino a Beppe e alle bambine. Lui non ammetterà mai di avere bisogno ma come può fare da solo. Promettimi di non abbandonarli

Ricordo il finto sorriso che mi sono messa in faccia prima di entrare a casa perchè mi aspettava Giada, appena tornata dall'asilo.

Ricordo ogni singolo messaggio mandato alle persone a me più vicine che aspettavano mie notizie.

Ricordo gli occhi di mio marito che evitavano il mio sguardo.

Ricordo il vuoto allo stomaco, il senso di smarrimento, la paura che attanaglia le viscere e la mia incapacità di piangere.

Ricordo il tempo passato a giocare con le mie bambine per non far capire loro quello che stava capitando.

Ricordo la paura di stare per morire.

Ricordo il terrore di non vedere le mie figlie crescere.

Ricordo anche se non vorrei più ricordare, ed ogni giorno lo rivivo come fosse successo ieri.

mercoledì 21 aprile 2021

La mia storia dolce-amara

Quanto tempo, quanto, quante cose sono accadute in questi anni. E oggi ho sentito il bisogno di riaprire queste pagine, rileggere la mia storia, con un groppo alla gola riaprire quel vaso di pandora che avevo richiuso senza però riuscire a dimenticare e a scrollarmi di dosso tutto il dolore che abbiamo affrontato.

Da dove partire... bè senza dubbio dalla mia piccola secondogenita, che ieri ha compiuto tre anni. Giada... un arcobaleno di solarità, chiacchierona come la sorella, generosa, sveglia, intelligentissima. Solo a parlarne gli occhi mi si riempiono di lacrime per quanto il mio cuore sia colmo delle mie bambine, la gioia della mia vita, la forza motrice che mi permette di andare avanti, sempre e comunque, nonostante tutto... nonostante tutto

Anche quando delle ombre scure hanno oscurato la mia vita, a novembre scorso. Delle ombre orrende, terribili, che al solo nominarle tremano le ginocchia, la gola si chiude, e la terra sotto i piedi inizia a tremare. Una sola parola che mai avrei immaginato di dover imparare a conoscere così bene, alla mia giovane età. 

CANCRO

Sì, proprio lui, mi ha chiusa in una morsa e si appropriato del mio futuro. Lo tiene in ostaggio tra le sue mani affilate, non lasciandomelo più vedere. Vivere giorno per giorno, una punizione, un dono.

Da dove iniziare... nemmeno lo so. Forse dal principio andrà bene.

A giugno scorso in pieno COVID, quando le nostre menti erano occupate e spaventate da questa pandemia e iniziavamo ad intravvedere la fine di un lungo lockdown che ha messo tutti a dura prova, 2 mesi dopo la fine dell'allattamento di Giada, ho trovato al seno sinistro dei piccoli noduli. Ho subito pensato ingenuamente a dei rimasugli di latte ma senza aspettare un secondo ho prenotato una visita senologica urgente, privata perchè con la pandemia i tempi del ssn erano molto lunghi. Meglio essere tranquilli. La dottoressa mi ha subito rassicurata, semplici cisti, niente di sospetto, controllo tra 6 mesi. E leggera come una piuma sono uscita dallo studio e non ci ho pensato più.

Finalmente assaporavamo la libertà, abbiamo portato le bimbe al mare, qualche gita, tanto giardino, poi l'inizio della scuola e del nido e qualche problema di salute della mia primogenita mi hanno assorbito completamente e non ho più pensato a quelle "cisti" che non mi hanno abbandonata mese dopo mese. D'altronde la dottoressa aveva escluso altro. Mi aveva anche detto che potevano aumentare di dimensione, per me era una parentesi chiusa.

A novembre però ho iniziato ad avere dei dubbi, quelle cisti parevano essere aumentate molto di dimensione e ne era comparsa una anche sotto l'ascella. Ho deciso di anticipare il controllo dei sei mesi, mio marito ha insistito perchè cambiassi medico. Quella dottoressa non lo convinceva, non gli piaceva che non mi avesse fatto due controlli in più.

Dopo una settimana, un mercoledì sera, mi reco in un nuovo centro privato da un altro senologo. Mi accoglie col sorriso e due battute, mentre io rigida e tremante sentivo che quella sera qualcosa sarebbe andata storta. Il mio sesto senso non sbaglia mai. Gli racconto dei noduli e della precedente visita, guarda il referto precedente, alza un sopracciglio e mi chiede perchè sono tornata a farmi visitare. Mi spoglio e appena inizia il controllo vedo che la sua espressione cambia: "questo non è un nodulo, è un linfonodo, rivestiti". Come, già fatto, tutto così semplice? 

"Ora ti spiego cosa faremo... voglio fare un ago aspirato per capire"

"Ah ok, i tempi di attesa sono lunghi? Per via del covid sa..."

"No non hai capito, tu domani mattina vieni nel mio ospedale, rintraccia il tuo medico e fatti fare un'impegnativa, io ti aspetto là"

"Ma... quindi non sono cisti"

"No, non sono cisti, la forma è a grappolo, dubito si tratti di cisti, ci vediamo domani"

Non c'è bisogno di dire in che stato sono tornata a casa quella sera. Non so come io abbia fatto a guidare. Seppure non mi avesse detto nulla di irreparabile il suo tono, il suo sguardo, la sua fretta, sono stati più che sufficienti a terrorizzarmi. Ho iniziato a pensare alla polizza sulla vita che dicevo sempre di voler fare e non ho mai fatto, che stupida sono stata, e ora potrò farla ancora se mi muovo sta sera stessa? No, non si può più, perchè se dovesse uscire qualcosa comunque non mi coprirebbe... ma non uscirà nulla vero? Sarà solo un brutto spavento. Figuriamoci se l'altra dottoressa può aver sbagliato così, lei mi ha fatto pure un eco, lui mi ha tastata 5 secondi. Mille pensieri vorticavano per la mente e non mi davo pace.

Mia mamma sentendomi così parte e decide di accompagnarmi: "fanculo il lockdown e le regioni chiuse, da sola non ci vai". Entro in sala d'aspetto, chissà se il dottore si ricorderà, non ho nemmeno l'appuntamento, mi dico, magari si è già dimenticato. Passa, mi guarda: lei... si si tra poco la chiamo e la buchiamo. Passa un'ora, un'ora e mezza, parlo con le altre pazienti, chiedo se loro hanno già fatto ago aspirato, se è doloroso. Mi tranquillizzano, "stai tranquilla, ci sono passata anche io, non sarà nulla", mi faccio forza. Resto per ultima, alla fine mi chiama. Il dottore ed un'altra dottoressa mi aspettano "lei è la paziente di cui ti ho parlato". La dottoressa mi richiede di nuovo tutto, mi chiede perchè sono tornata se si tratta di cisti, poi posiziona l'ecografo "e le ha detto che queste sono cisti" - silenzio. Lei e il medico iniziano a parlare tra loro, due noduli, qui ce n'è un altro nascosto, un linfonodo ascellare, anzi due, dovrà fare risonanza, prima mammografia... Io non capisco nulla, chiedo spiegazioni, è grave? "Stia tranquilla, dopo viene di là e le spiego tutto, ora faremo due buchi, uno qui e uno qua, questo che è più grosso". Si consultano ancora, le orecchie mi fischiano, non capisco più nulla.

"Ora si può rivestire, tra due settimane la richiamo con l'esito e le dirò il da farsi"

"Ma dottore..." E' già corso via

Mi vesto di fretta, lo inseguo in corridoio

"Dottore ha detto che mi avrebbe spiegato, devo fare qualcosa, devo essere operata?"

"Signora sicuramente qualcosa andrà fatto"

"Ma è grave?"

"E' sicuramente un tumore alla mammella, ma prima dell'intervento probabilmente dovremo fare delle cure. Ora non ci pensi, ci risentiamo tra due settimane, arrivederci"

"Non ci pensi, grazie al cazzo, non ci penso, arrivederci"



lunedì 4 settembre 2017

Novità...

E' più di un anno che non passo, sono vergognosa. Questo è stato il mio angolo di sfogo dove trascrivere le mie lacrime, le mie ansie, il mio dolore, le mie paure. E mi rendo conto che da quando Aurora è entrata nella mia vita ho voluto accantonare tutto questo, cercare di dimenticarlo, lasciare che il dolore restasse un ricordo lontano con solo le mie cicatrici a dar prova della sua esistenza.
Ora la mia bimba è qui, che mi dorme accanto, e mi rendo conto che la mia vita non è mai stata così piena. Lei è il mio tutto, lei che ogni giorno mi fa tornare bambina, la chiacchierina della famiglia testarda e decisa, ma anche dolce e affettuosa. Non potrei più immaginare un solo giorno senza le sue risate e i suoi sorrisi, le sue lacrime e i suoi capricci, i suoi "mamma" e i suoi "papa'" chiamati mille volte al giorno, i suoi giochi e le sue scoperte.
Ad agosto abbiamo festeggiato i suoi 2 anni, sembra ieri che è entrata a gran voce nelle nostre vite eppure non ricordo più com'era la mia vita senza di lei. Com'è strano vero?
Oggi sono qui, per condividere con voi l'ennesimo entusiasmante, totalmente inaspettato miracolo che è tornato a bussare alla nostra vita.
Da sempre in noi c'è stata la voglia di dare un fratellino ad Aurora, ma con essa c'era anche la mia convinzione più assoluta che non ce l'avremmo mai fatta. Io sono e mi sentirò sempre un'infertile nel dna, è un marchio impresso a fuoco nella mia carne che nessuno potrà mai cancellare.
Così quando a febbraio è arrivato il capoparto abbiamo deciso di non usare precauzioni, e senza convinzione abbiamo deciso di lasciar fare alla natura. Il mio ciclo era totalmente sballato, probabilmente per il fatto che allattavo ancora, e non provavamo nemmeno a cercare di beccare i giorni giusti. Io ero rassegnata e nemmeno ci pensavo. Avevo la nausea solo al pensiero di monitoraggi, controlli di muco, temperatura basale, visite e quant'altro. Con la mia bimba vicina mi sentivo già la donna più fortunata al mondo e non potevo né volevo chiedere di più alla vita.
Poi sono iniziate le perdite, e con esse il terrore dell'iperplasia in agguato, e così a fine luglio mi sono finalmente decisa ad andare a fare una visita dal ginecologo. A sorpresa il ginecologo ha trovato una situazione che non si aspettava, il mio utero e le mie ovaie erano perfetti, nessun segno di iperplasia e ovaie multifollicolari. Era semplicemente ancora tutto mezzo addormentato per via dell'allattamento. Mi ha consigliato di iniziare subito l'acido folico perché secondo lui c'erano tutti i più rosei presupposti. Secondo lui sarei rimasta incinta prima di quello che pensavo.
Ovviamente non gli ho dato retta e non ho iniziato nulla, altri mesi e mesi di acido folico presi inutilmente non li avrei fatti nemmeno morta. Basta ricerche estenuanti, basta aspettative deluse. A tutti quelli che mi chiedevano di un bis gli rispondevo che noi siamo già stati miracolati con Aurora, non potrà mai ripetersi una tale fortuna.
A fine luglio sono iniziate le vacanze e abbiamo deciso di togliere il latte ad Aurora. Per quanto a malincuore tutte quelle perdite di sangue e i ritardi di ciclo mi facevano preoccupare che l'iperplasia potesse tornare. E' stato meno difficile di quello che pensavo e in 3 giorno non lo chiedeva quasi più. Forse è stato quasi più difficile per me rinunciare a quel momento così intimo per noi.
Dopodiché siamo stati al mare, ci siamo riposati e divertiti come dei matti con la nostra piccola e stupenda meraviglia. E poi verso metà ciclo sono ricominciate le perdite fastidiose. Io non ci ho badato perché era il quarto mese che capitava. Così si è avvicinato il giorno del ciclo senza che me ne rendessi minimamente conto e le perdite sono finite. Una stranezza ma non mi ponevo domande, i dolori belli forti c'erano quindi era solo questione di poco. Un giorno, due, tre, io ignoravo completamente la cosa, la negavo a me stessa. Poi i dolori da ciclo sono spariti e nel mio cervello ha iniziato ad accendersi una lampadina. Dopo una settimana di ritardo ho deciso di prendere un test e togliermi il pensiero, certa che vedendo il negativo mi sarei rilassata e sarebbero subito arrivate. E invece non ho avuto modo di vedere il negativo nemmeno per un secondo, la linea del test è comparsa all'istante, prima di quella di controllo e così scura da non lasciare alcun margine di dubbio.
E ora sono qui, alla sesta settimana, totalmente frastornata ed emozionata a far di nuovo i conti con nausee, giramenti di testa, paure e conti alla rovescia, ma con il cuore così colmo di gioia da scoppiare.

mercoledì 15 giugno 2016

Tanti aggiornamenti: cambio vita

Ci provo. Non so cosa ne uscirà, sto utilizzando il registratore vocale. Purtroppo il mio tempo libero ormai è ridotto all'osso ed è sempre più difficile entrare nel blog.
Inizio a parlare di Aurora. Il nostro splendido miracolino. È sveglia, vivace, intelligente e bellissima. Finalmente le è spuntato un dentino, ormai si tira in piedi da sola e inizia a tentare di staccarsi per muovere i primi passi. Dice qualche parolina tra cui mamma, papà, nonna, bà per chiamare il cane, chi è XD e altre cose incomprensibili. Finalmente possiamo dire che mangia. Abbiamo deciso di optare per l'autosvezzamento visto che delle pappe non ne voleva sapere, mangia ormai tutto quello che mangiamo noi. Va a giorni ovviamente, delle sere non vuole toccare nulla, altre sembra un lupetto. Prende ancora il mio latte almeno tre volte al giorno, anche se ultimamente sta riducendo molto la richiesta. Io cerco di assecondarla e vediamo come andrà. La nostra vita è così piena e bella ora! Ripensando al passato non sembra nemmeno vero.
Questione lavoro invece. Ho decisamente cambiato vita. Come vi avevo raccontato l'altra volta mi pesava veramente tanto rientrare al mio posto di lavoro perché sapevo che oltre al dover stare 10 ore tutti i giorni fuori casa si sarebbero aggiunti straordinari non pagati, storie e lamentele se avessi dovuto assentarmi quando la bambina era malata e noi siamo soli qui senza aiuti. E pensare di doverla mollare sempre tra nido e Tata non mi andava giù. Ho cercato per un po' il part-time e devo dire che delle offerte le ho ricevute. Ma mi si è aperta una seconda opportunità. Delle aziende mi hanno chiesto se volevo lavorare come libera professionista. Avrei dovuto aprire la Partita IVA e loro mi avrebbero passato svariati lavori. Questa offerta mi è arrivata da molte agenzie e alla fine ho considerato la cosa. Avrei potuto lavorare da casa, gestire il mio tempo, esserci quando Aurora si ammalera, risparmiare sulla tata e mandarla al nido solo mezza giornata.  Ovviamente non sono tutti Pro. Ma abbiamo messo le cose sulla bilancia e abbiamo deciso che sarebbe stata la scelta migliore per noi. Ho dato le dimissioni a lavoro lasciando tutti sbigottiti e ho iniziato questa nuova avventura. La mattina porto la piccola al nido e vado a lavorare in un'agenzia senza vincoli di orario né obblighi di presenza. A 12:30 corro a prenderla e torniamo a casa assieme. Il pomeriggio lavoro mentre dorme, dopodiché mi occupo di lei. Sono stanchissima ma appagata e felice. L'inserimento al nido non è stato facilissimo. I primi giorni Aurora piangeva parecchio. Ma la sua maestra è dolcissima e la riempiva di coccole. Per farla dormire la culla in braccio per fortuna, era la cosa che mi preoccupava di più visto che Aurora dorme solo così o attaccata al seno. Ora inizia ad andare meglio e la ritrovo sempre che gioca in mezzo agli altri bimbi tutta contenta. La mattina piange ancora un pochino ma è normale mi hanno detto. Però il fatto che è serena mangia e dorme lì tranquillamente mi rincuora.

Ora vado che tra poco arriva marito. Non so cosa abbia scritto perché ho pure il raffreddore. Perdonate gli errori

lunedì 7 marzo 2016

7 mesi di noi

E' tanto che non scrivo e me ne dispiace tanto. Ma la mia piccola assorbe tutto il mio tempo. Quando mi capita di avere un attimo cerco di aggiornarmi su di voi leggendo le vostre paginette ma non riesco mai a scrivere. La mia piccola mercoledì compirà 7 mesi. Ci credete? Io no, sembra ieri che ho visto per la prima volta i suoi occhioni. E' una bimba vispa e sveglissima, con due occhi enormi verdi che incantano chiunque la veda. Da un mese e mezzo sta ben seduta e gioca da sola sul tappetone. Le abbiamo fatto una scatola con dentro i giochi, una specie di cesto del tesoro, e nel giro di un attimo la svuota. Ama la musica e quando c'è qualche canzone che le piace balla e "canta". Le piacciono da matti i libri, come alla sua mamma, e quando piange basta che gliene metto uno davanti per calmarla. Sorride tantissimo a noi, mentre con gli estranei dà poca confidenza. Quando ha sonno si canta da sola le ninne nanne. Sta in piedi e fa la molla, e da poco mi afferra le mani e tenta di sollevarsi da sola. Si mette a gattoni ma non ha ancora capito come avanzare e cade sempre di faccia. E' una chiacchierona e da una decina di giorni dice mamma, ma non so quanto volutamente. Quando vede il nostro cagnolino lo chiama Bà. Poppa ancora tantissimo latte e non ho intenzione di farla smettere per ora, ma abbiamo iniziato da un mese con le pappe. Ci sono giorni che le mangia volentieri ed altri un po' meno, ma io non la forzo, tanto continua con il mio latte come pasto principale. Stiamo facendo uno svezzamento misto. Ho un po' paura del solo autosvezzamento quindi procedo con pappette preparate da me e assaggi di quello che mangiamo noi, che gradisce decisamente di più. Non ha mai voluto ciuccio e nemmeno biberon, quindi l'acqua la beve dal bicchiere come i grandi. Adora il suo papa' e appena entra dalla porta dopo il lavoro lo inonda di sorrisi e versetti finchè lui la prende e la fa ballare sulla loro canzone. Però ha anche un carattere bello forte e fa ben capire quello che vuole e soprattutto non vuole. Ogni giovedì andiamo a fare un corso in piscina e lei è la teppista del corso che schizza tutto il tempo e allunga le mani sugli altri bimbi se non sto attenta. Però è anche molto coccolona e dolce. Non dorme molto, la notte si sveglia ancora spesso a poppare e di giorno fa brevi riposini la maggior parte delle volte. Si addormenta solo al seno, in passeggino o in fascia. Ho un po' paura di come la faranno dormire quando andrà al nido, ma ne ho parlato con le maestre e mi hanno rassicurata. Sono attrezzate con passeggino, sedia a dondolo e molti bimbi li addormentano in braccio se gli altri sistemi non funzionano. E non li fanno piangere, mia paura più grande. 
Questione lavoro: dovrei rientrare a maggio ma non ne ho alcuna voglia. Pensare di ritornare in quel clima di tensione e scadenze assurde, straordinari non pagati, pretese e mancati riconoscimenti mi fa stare male. Poi fino ad agosto avrei due ore di allattamento, da settembre dovrei stare in ufficio almeno fin le 18. Non avendo nessun parente vicino la piccola dovrei lasciarla al nido fino a quell'ora e vederla solo per metterla a letto e non ci penso proprio. In più la mia azienda in questi mesi di mia assenza è stata venduta per metà ad una multinazionale di via e le voci che sento non sono delle migliori anzi. Ho quindi iniziato da subito a mandare curriculum per cercare un part time. Sono fortunata che nel mio campo c'è molta richiesta e nel giro di pochi giorni ho fatto 4 colloqui, tutti andati bene. Ma il part time è difficile che lo concedano. Sono però stata contattata per fare dei lavori da casa da alcune aziende a cui avevo mandato il curriculum. Non avendo partita iva ho dovuto dire di no e rigirarli ad un mio ex collega che ha intrapreso questa strada. Parlando con lui però mi si è aperta un'altra possibilità. Mi ha detto che lavoro ne ha, e tanto, e spesso deve dire di no ai clienti perchè non riesce a fare tutto e una mano gli farebbe comodo. Potrei lavorare da casa, non avrei costi fissi a parte il commercialista, potrei mandare Aurora al nido solo mezza giornata ed esserci quando è malata senza pagare una tata a parte. Con mio marito abbiamo fatto due conti e alla fine non è necessario che guadagni molto, mi basterebbe pagare il mutuo di casa e il resto delle spese le coprirebbe lui. Insomma sono molto tentata, anche se è una strada rischiosa alla fine economicamente al momento abbiamo messo un po' di soldi da parte, non dovrei fare particolari investimenti a parte un pc migliore e se dovesse andare male... bè ho visto che la risposta lavorativa c'è cercherei qualcosa. Ma se non tento non lo saprò mai. Poi un'azienda mi ha contattata e mi concederebbe il part time di 6 ore. Stiamo parlandone per decidere il da farsi e sto pensando di lavorare per loro con p iva, così da lavorare da casa ed avere comunque un'entrata fissa. Sono meno tutelata ma potrei fare altri lavori nel frattempo e risparmierei su nidi e tate. E soprattutto il tempo con mia figlia è inestimabile e nulla potrebbe ripagarlo. Ora devo parlare con un commercialista e poi andare a lavoro a dire che non rientrerò :/ già immagino le scene.
Ora vado, la pupa reclama. Spero di tornare presto a darvi aggiornamenti

mercoledì 16 dicembre 2015

la mia felicità

La mia cucciola ha già 4 mesi, ma il tempo sembra volato.
I primi tempi non sono stati facilissimi. Il giorno successivo al parto le è venuto un trauma alla testa. Povera patata aveva un bernoccolo gigante. Io ho subito chiesto alle ostetriche preoccupata ma tutti mi rassicuravano che poteva capitare e non era nulla. Il giorno delle dimissioni invece al controllo il neonatologo decide di farle un'ecografia alla testa perché non era normale dato che il parto era stato così veloce e non traumatico. Oltre a questo la bambina aveva perso troppo peso passando da 2 kg 570 a 2 kg 330. Decidono così anche di darmi una aggiunta visto che la montata non mi era ancora arrivata. Io incerta e insicura ho accettato ma ho passato la giornata a piangere. Ogni 3 ore, di giorno e di notte, la dovevo portare al nido per darle il biberon e la bambina non si attaccava più al seno. Il giorno successivo per fortuna l'ecografia è risultata normale e la bambina aveva recuperato peso e quindi siamo tornati a casa con la prescrizione però di continuare l'aggiunta con allattamento misto. Era arrivata nel frattempo la montata quindi decido di testa mia di acquistare il latte artificiale ma di metterlo da parte e darglielo solo nel caso lei piangesse per la fame e vedessi evidentemente che non era sazia. Ma la bambina mangiava e dormiva tranquillamente. Il giorno successivo riportammo il latte in negozio. Al controllo dopo i 3 giorni Aurora aveva preso altro peso e la dottoressa mi fece i complimenti per la scelta e la fiducia in me stessa e nel mio latte. Abbiamo avuto ancora problemi di peso perché all'inizio cresceva ma non come avrebbe dovuto. Ha recuperato il peso della nascita dopo tre settimane anziché due. Ma a distanza di 4 mesi, con la mia polpetta di 6kg e 300 con due doppi menti attaccata alla tetta non posso essere piu certa di aver fatto la scelta giusta.
Parlare di lei, di noi, mi risulta difficile, mi si riempiono subito gli occhi di lacrime. Lei è il mio tutto. È una bimba ad alto contatto e abbiamo passato questi mesi sempre attaccate come cozze, giorno e notte. Ci ho messo un po per riuscire a farla stare un po su sdraietta o lettino almeno per qualche mezz'ora, ed ora ogni tanto si addormenta anche nell'ovetto. È una bimba solare, sorride e fa versetti a tutti, ma ha molto bisogno di contatto fisico come tutti i neonati. Non ho di che lamentarmi, la amo di un amore che fa male, infinitamente.